

Uno degli ortaggi più curiosi che coltiviamo all’Agriturismo Poggio Diavolino è forse la tuberina o carciofo cinese. Questi tubercoli bianco avorio hanno infatti una forma a spirale che li contraddistingue veramente da ogni altro ortaggio: a prima vista si potrebbe pensare che somiglino addirittura a dei bruchi bianchi o a larve di insetti! Ma potete stare tranquilli, sono 100% vegetali e buonissimi da mangiare. L’aspetto sorprendente e vagamente inquietante della tuberina nasconde infatti un’ottima verdura dimenticata che vale veramente la pena riscoprire, fra l’altro dalla storia curiosa e appassionante che vi racconteremo in un prossimo articolo.
Ma andiamo con ordine. I carciofi cinesi sono uno dei rari ortaggi che appartiene alla famiglia delle lamiaceae. Famiglia invece cui appartengono molte piante aromatiche o officinali veramente comuni come la menta, il rosmarino, il basilico, la salvia, la lavanda… La pianta della tuberina del resto assomiglia molto a un cespuglietto appunto di menta, ma è sottoterra che inizia il bello. Scavando un po’ si trovano infatti tanti piccoli tuberi disposti in strutture circolari dalla forma veramente particolare ed unica. Sono proprio questi tuberi che vengono ripiantati alla stagione successiva e permettono di propagare la pianta, esattamente come succede per le patate.
Prima di continuare facciamo una piccola precisazione per quanto riguarda il nome, visto che al riguardo c’è un po’ di confusione. Innanzitutto il nome scientifico del carciofo cinese è Stachys Affinis, ma naturalmente nessuno lo usa nel linguaggio corrente. In Italia, dove sono coltivati molto di rado, il nome più comune è forse tuberina, che secondo il nostro sentire suona un po’ generico, come chiamare la carota “radicetta”! Qui all’Agriturismo Poggio Diavolino li chiamiamo spesso come si fa in Francia: Crosne. La Francia è il paese europeo che per primo importò questa verdura antica dall’oriente; in più, è proprio dai nostri vicini di Oltralpe che la coltura e cultura dei carciofi cinesi è ed è stata la più diffusa in assoluto, ben più che in tutti gli stati limitrofi. Gli inglesi li chiamano anche loro cinese artishoke o knotroot visto che la forma, volendo lasciar tranquilli gli insetti, può ricordare un poco quella di una cordicella con una successione di nodi. Per finire in Cina, il paese di origine dei carciofi cinesi, questi tubercoli si chiamano invece 甘露 che significa dolce rugiada oppure 草舌蠶 che vuol dire erba pietra del verme di seta. Due nomi veramente poetici che testimoniano del grande riguardo con cui viene considerata la tuberina in Oriente.
In Asia del resto si tratta di un ingrediente che fa parte della tradizione culinaria da sempre. Nella cucina cinese e giapponese le tuberine vengono di solito preparate in salamoia o lactofermentate. Nei paesi occidentali invece vengono usate prevalentemente nei ristoranti di alta cucina nella preparazione di insalate e contorni oppure per guarnire piatti più complessi. Il sapore del carciofo cinese in ogni caso è molto delicato e dolce. A seconda di come vengono preparate ricorda appunto il carciofo, oppure la nocciola, il topinambour o la scorzobianca.
Le tuberine appassiscono e si deteriorano rapidissimamente all’aria, vanno quindi raccolte e consumate il giorno stesso. Questa peculiarità, unita alla rarità e soprattutto al fatto che la raccolta e pulizia siano tediose e difficilmente meccanizzabili, comporta il prezzo molto alto cui si trovano sul mercato (quando si trovano!). Se vi viene lo sfizio di assaggiare quest’incredibile e rara verdura dimenticata, venite a trovarci all’Agriturismo Poggio Diavolino, i carciofi cinesi sono di stagione da novembre a marzo.
Dove si possono trovare i semi di queste verdure.
Della tuberina o carciofo cinese non si piantano i semi, ma i tuberi, un po’ come le patate. In Italia sinceramente non ho idea di dove si possano trovare dei tuberi di tuberina, io li ho trovati durante i miei viaggi all’estero e comunque cercando in lungo e in largo. Un altro problema è che il carciofo cinese fuori terra si conserva pochissimo tempo, il tubero va quindi ripiantato il più in fretta possibile.
La tuberina si pianta a marzo e per quest’anno è ormai troppo tardi, abbiamo piantato tutti i tuberi di carciofo cinese che avevamo. Se il prossimo anno vieni a passare un we di marzo nel nostro agriturismo te ne regaliamo volentieri un po’…
Gentile Sig. Busdraghi,
vorrei farle una domanda tecnica sul Crosne, che mi piacerebbe coltivare da questa primavera: sa quale sia l’esposizione solare preferita dalle piante? Avrei un piccolo pezzo di terra isolato, esposto a est, sul quale il sole batte praticamente solo di mattina (più qualcosina nel primissimo pomeriggio) nei mesi più bui, mentre in estate batte fino alle 14:30 – 15:00. Credo che in estate sia perfetto per evitare l’arsura del pomeriggio, ma non saprei se in autunno le piante riceverebbero abbastanza luce per sviluppare dei tuberi buoni. Il problema si pone perché vorrei tenere il Crosne lontano da tutto il resto, per evitare che infesti l’orto(so che il Topinambur, per esempio, è difficile da debellare una volta attecchito, perché sviluppa tuberi in profondità).
Grazie mille!
Cordiali saluti,
Stefano Gasparotto
I Crosne hanno bisogno di una buona esposizione solare ma prediligono un po’ d’ombra in piena estate, mi sembra quindi che la soluzione da voi scelta sia ottimale.
Per quanto sia vero che il Crosne è una pianta tendenzialmente infestante, è comunque facile rimuoverlo da un terreno l’anno successivo alla semina, basta estirpare 3 o 4 volte i ricacci per liberarsene.
Buon giorno io li ho da due anni nell’orto ma l’anno scorso li ho piantati troppo tardi e i tuberi mi son restati un po’ piccini, ma quest’anno son cresciuti spontanei si vede che non li avevo tolto tutti.
Quando si capisce che sono pronti da cavare? Grazie e buona giornata
Di solito la tuberina si raccoglie d’inverno quando la parte aerea della pianta è seccata.