

Quando uno dei nostri ospiti ci ha consigliato di leggere L’orto e l’anima — Dal giardino dell’Eden agli orti urbani di Paola Violani (Vallardi, 236 pagine), devo ammettere di non esser stato molto invogliato dal titolo. Sarà la mia formazione scientifica o la mia storia personale ma ho sempre avuto una certa avversione per i libri “spirituali” o che caricano di significati mistici un’attività prettamente manuale come può essere la cura dell’orto.
Invece devo ammettere che mi sbagliavo. L’Orto e l’Anima di Paola Violani è un ottimo libro, di cui ho gradito tantissimo la lettura. Esattamente perché non si tratta di un saggio spirituale sull’orto, ma nemmeno di un manuale di coltivazione. L’Orto e l’Anima è piuttosto un libro di storia che ripercorre in dettaglio l’evoluzione della tradizione delle coltivazioni orticole dall’antichità ai giorni nostri.
Certo la componente spirituale o mistica associata all’agricoltura è stata nel corso dei secoli molto importante, nel libro si intrecciano anche suggestioni di ordine pratico e alla fine del libro si trovano una serie di schede sugli ortaggi più comuni. Però L’Orto e l’Anima è innanzitutto proprio un libro di storia. La cura dell’orto, si è sempre intrecciata con riti e superstizioni, teologia e credenze popolari. L’orto, al di là di essere una fonte di sostentamento di base, è stato —e in certi casi forse continua ad esserlo anche oggi— anche luogo di contemplazione e ascesi. Ma il punto di forza di l’Orto e l’Anima di Paola Violani come dicevamo è proprio l’approccio storiografico, ovvero il limitarsi a ripercorrere in modo piuttosto neutrale le diverse modalità di fruizione dello spazio coltivato, senza per forza voler insistere sulla dimensione puramente spirituale.
Al di là della storia dell’orto, che si intreccia con quella dell’agricoltura stessa, ne l’Orto e l’Anima sono particolarmente interessanti e belle le piccole storie accessorie, gli aneddoti, le citazioni, gli spaccati di vita vissuta. Per esempio Napoli pulitissima visitata da Goete perché ogni tipo di rifiuto organico veniva recuperato dai vicoli per farne concime. La toccante storia dell’eremita moderno tratta da “Un uomo senza desideri” di Fulvio Roiter. L’albero genealogico della famiglia Vilmorin. Oppure l’improbabile ricetta del 1779 del “concime perfetto” redatto dal giardiniere di corte dello zar, dove in una buca vengono alternati strati di legno marcio, polvere di corna, cadaveri di animali, cenere di piselli, residui di concia delle pelli, il tutto innaffiato di “acqua putrida dopo avervi sciolti il letame”!
Insomma, l’Orto e l’Anima di Paola Violani è un libro in cui si impara tantissimo. Non tanto come coltivare l’orto, ma tutta una serie di esperienze, abitudini, esperimenti e approcci che orbitano tutti attorno allo stesso denominatore comune. Libro da consigliare a chi già dispone di un bagaglio pratico e per curiosità o passione vuole ricostruire la storia della coltivazione dell’orto e tante pratiche annesse a questa.
Mi piace molto il tuo commento al libro consigliato… sicuramente da voi avrete già l’orto in produzione, mentre qui non abbiamo ancora nè seminato nè piantato… ancora troppo freddo. Mi sono limitata a girare la terra e concimare, è dunque quasi pronta!
Un abbraccio e saluti a tutta la famiglia, ciao spero a presto…
Anche noi quest’anno siamo un po’ in ritardo con l’orto, ci sono sempre tantissime cose da fare e non è facile stare dietro a tutto… un abbraccio anche a voi e a presto!