

Il topinambour o carciofo di Gerusalemme è un lontano cugino del girasole, di cui per però vengono consumati i tuberi piuttosto che il fiore.
Come i pomodori e le patate, il topinambour è una pianta arrivata in Europa dall’America all’inizio del 600. Ebbe un rapido successo, visto la facile coltivazione, anche in terreni molto poveri. Cadde poi gradualmente in disuso, ma in forma inselvatichita è presente in tutte le regioni d’italia ad esclusione della Sardegna. In Francia, visto che rappresentò l’unica fonte di sostentamento durante la seconda guerra mondiale, è stato per decenni associato con i ricordi dolorosi di quegli anni, prima di venir riscoperto ed essere ormai fra le verdure antiche oggi più diffuse e di facile reperibilità.
Il topinambour, si consuma sia crudo che cotto. Crudo ricorda leggermente la nocciola verde o il cocco fresco. Cotto invece è morbido e dal delicato sapore di carciofo, da cui il nome popolare carciofo di Gerusalemme.
Se mangiato in abbondanza, il topinambour —analogamente ai fagioli— può indurre flatulenza. La tradizione consigliava di cuocerlo insieme al sedano per ridurne l’effetto.
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